
Non ho acquistato questo film perché consigliato da qualcuno
o dopo aver letto recensioni, ma solamente guardando gli scaffali del mio
negoziante di fiducia, mi attirava, e spesso sono fortunato a giudicare
dalla copertina, anche se le forze del male dicono che sia sbagliato.
Intanto chiariamo che un film noir/thriller/poliziesco (per
la mia ignoranza hanno lo stesso significato) e i razzisti lo definiscono anche
orientale come genere, vabbè.
A me di film del genere vengono in mente quelli di stampo
americano, bè per me li surclassa tutti, gli amerikanen strabordano sempre di
effetti speciali, invece questo ne è povero, ma lo reputo un punto di forza,
perché sono proprio le scene d’azione il punto forte di questo lungometraggio.
Ma non è solo un succo ricco di azione, riesce a convolgere
bene le nostre emozioni, perché è soprattutto drammatico, lo paragonerei un po’
a The Departed.
Proverò a farvi un sunto del film senza creare spoiler:
Hong Kong dei giorni nostri, come ogni metropoli è piena di
ogni genere di vizio, in particolare la criminalità organizzata, la vicenda
viene raccontata dagli occhi di un poliziotto, in particolare un detective,
Manfred, fresco di una perdita importante, la moglie incinta, a causa di un
rapinatore da quattro soldi.
Il detective è ancora in crisi, e sfoga la sua rabbia nei
criminali, con violenza.
Verrà un giorno in cui dovrà collaborare su un caso insieme
all’ispettore Kee, che da subito pare particolarmente interessato, il dellito,
è l’omicidio di una prostituta.
Le indagini con il passare del tempo si allargano e spuntano
fuori molti elementi, che pare che conducano ad un coinvolgimento da parte di
un membro della polizia, e così nascono inimicizie fra colleghi fino ad arrivare alla scottante verita.
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